Piedi nella torta… e poi?

Era un tardo pomeriggio d’estate. Stavo rispondendo ai messaggi, come faccio spesso prima di cena.

Scrollavo i DM su Instagram, passando dalle solite reazioni alle stories a qualche richiesta più originale del solito.

Poi ne spunta uno che all’inizio sembrava normale:

“Ciao, posso chiederti una cosa per un video personalizzato?”

Fin qui tutto nella norma.

Ma ho continuato a leggere. Ed è lì che ho sorriso:

“Vorrei che schiacciassi una torta camminandoci sopra con calma. Lentamente. Poi, quando hai finito, che te la passassi delicatamente sul viso.”

Devo essere sincera: una parte di me ha riso. Un’altra ha pensato…

che tipo di torta? Millefoglie? Sacher? Fragole e panna?

Così, con la mia solita curiosità, ho risposto:

“Scusa… ma perché anche in faccia?”

E qui, sorpresa: la sua risposta è stata quasi poetica.

“Perché in quel momento diventi elegante e umana insieme.

Prima sei una come un’artista che gioca con il cibo… poi ti sporchi il viso, come per dire:

‘posso fare tutto ciò che voglio’.”

Sono rimasta ferma a rileggere la frase.

Cercavo di capire: è una provocazione? Un pensiero profondo? O semplicemente una fantasia un po’ fuori dagli schemi?

E in fondo… non importa.

Perché è proprio questa la parte affascinante del mio mondo: le idee folli, le richieste surreali, le immagini che nascono nella testa di chi ti osserva e poi trovano il coraggio di scriverti.

Non so se il suo intento fosse quello di farmi ridere, farmi pensare o stuzzicare la mia creatività.

Ma onestamente?

Apprezzo chi osa.

Apprezzo chi ha il coraggio di svelare i propri pensieri più insoliti, anche a costo di sembrare strano.

Perché no, non l’ho accontentato.

Ma quella richiesta mi è rimasta impressa.

E ogni tanto, quando vedo una torta particolarmente soffice… mi torna in mente.


Conclusione:

Nel mio lavoro, la fantasia non ha confini.

C’è chi scrive per gioco, chi per desiderio, chi semplicemente per vedere se rispondo.

Ma ogni messaggio racconta una storia.

E ogni storia, anche la più bizzarra, ha il suo perché.

E tu?

Hai mai immaginato qualcosa di strano… ma così strano da non osare nemmeno scriverlo?

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