Ogni tanto ricevo messaggi così surreali da sembrare usciti da un sogno strano, o forse da una fiaba capovolta. Alcuni sono buffi, altri creativi, ma ce ne sono alcuni che ti restano in testa come un ritornello. Qualche tempo fa, un follower mi ha scritto una richiesta che sembrava un copione: voleva che interpretassi Biancaneve. Non una versione moderna, non una parodia. Voleva proprio lei: l’abito classico, il fiocco rosso tra i capelli, il prato, l’atmosfera magica. Ma il cuore della scena era un dettaglio tanto semplice quanto centrale: desiderava che, circondata da sette nani da giardino, mi togliessi i tacchi con lentezza, lasciandoli sull’erba. Solo quello. Il gesto, per lui, aveva un significato profondo: era come se Biancaneve si liberasse da una costrizione, come se si permettesse finalmente di camminare a modo suo, fiera e scalza, sotto gli sguardi muti e rispettosi dei suoi piccoli osservatori di ceramica.
Mi ha scritto che avrebbe pagato tutto: l’abito, i nani, persino lo sfondo. Voleva che fosse fatto bene, con cura, con quel tocco di magia che trasformasse una fantasia bizzarra in qualcosa di quasi poetico. Mi ha raccontato che per lui non era solo un video, era un momento. Una rappresentazione. Un equilibrio perfetto tra innocenza, simbolo e libertà. E per un attimo, lo ammetto, ho vacillato. Perché l’idea era così strana, sì, ma anche così rispettosa e diversa dalle solite richieste, che mi è venuta voglia di realizzarla.
Poi però ho fatto un passo indietro. Perché io, con i miei contenuti, cerco sempre la perfezione. Ogni dettaglio deve essere curato, ogni gesto deve parlare. E dentro di me avevo paura di fare un video che non fosse all’altezza, che risultasse banale o goffo. Non sopporto l’idea di pubblicare qualcosa che non mi rappresenti al cento per cento. Così ho ringraziato e ho detto di no. Ma non ho mai cancellato quel messaggio, perché in fondo mi ha fatto sorridere. E mi ha ricordato una cosa importante: che c’è ancora chi riesce a usare la fantasia in modo creativo, rispettoso e fuori dagli schemi. Anche se si tratta solo di Biancaneve, sette nani di gesso… e un paio di tacchi da togliere piano piano, sull’erba.