Pedro Rodríguez, attaccante della Lazio ed ex stella di Barcellona e Chelsea, è finito suo malgrado al centro di una bufera social. Il motivo? Una semplice foto pubblicata sul suo profilo Instagram: lui, sorridente, accanto al figlio, che indossa una tiara e un vestitino colorato con le spalline.
Un’immagine tenera, innocente. Ma per alcuni utenti è diventata terreno di odio gratuito. In pochi giorni il post è stato travolto da migliaia di commenti omofobi e sessisti, molti dei quali rivolti direttamente al bambino, che ha solo 8 anni. C’è chi ha parlato di “scelta sbagliata”, chi ha insultato la famiglia, chi ha tirato in ballo teorie grottesche sull’identità e l’educazione.
Pedro, senza dire una parola, ha disattivato i commenti sotto il post. Ma non ha rimosso la foto. Un gesto chiaro: difendere il diritto del proprio figlio di esprimersi come vuole, senza dover chiedere il permesso a nessuno. E allo stesso tempo, difendere la libertà di essere genitore senza piegarsi alla cattiveria.
In suo supporto si sono mossi centinaia di fan e personaggi pubblici, tra cui anche influencer spagnoli e tifosi della Lazio, che hanno elogiato la sensibilità di Pedro e la sua scelta di non cedere alla pressione degli haters.
L’immagine è ancora lì, luminosa e gentile. Un messaggio potente in un mare di ignoranza.
La mia riflessione personale
Molte persone dovrebbero vergognarsi. Non solo per aver giudicato, ma per aver usato parole cariche di odio verso un bambino. Un bambino che giocava, si divertiva, si sentiva libero. E invece di ricevere un sorriso, ha ricevuto veleno.
I bambini, come gli adulti, devono fare quello che vogliono. Indossare ciò che li fa sentire bene. Sorridere, esplorare, provare. Senza dover spiegare nulla a nessuno.
Perché chi si scandalizza per una tiara su un bimbo, forse dovrebbe guardare più dentro di sé… e un po’ meno dentro gli armadi degli altri.