Era una sera come tante. Avevo appena pubblicato una foto: un dettaglio, un’ombra, un accenno di pelle.
Il mio piede.
Un gesto semplice, ma volutamente provocante.
Lo avevo fatto senza pensarci troppo. A volte pubblico per gioco, altre volte per stuzzicare.
Ma quella volta no. O forse sì.
Pochi minuti dopo, arriva un messaggio.
“Ti seguo da un po’. Sinceramente non dovrei scriverti perché sicuramente saprai chi sono, e vedrai anche che sono fidanzato. Ma le tue immagini… mi hanno stregato veramente.”
Il nome non lo fa, ma il profilo è verificato.
Foto in campo, fisico scolpito, sguardo sicuro.
So benissimo chi è. Lo riconosco subito.
Gioca titolare in una delle prime otto squadre di Serie A.
È lui.
E la cosa mi diverte.
Mi diverto a immaginarlo mentre scrive, forse dopo un allenamento, mentre la fidanzata è in un’altra stanza.
Mi diverto a pensare al contrasto: quello che in campo comanda tutti… e ora esita davanti a me.
Poi, all’improvviso, arriva la frase.
“Se potessi, inizierei proprio da lì: dai tuoi piedi.”
Rileggo. Non una, ma due volte.
Sorrido.
E rispondo:
“Non sei il solo. È una preferenza più comune di quanto pensi.”
Poi lascio cadere il silenzio.
Non aggiungo altro.
Perché a volte il desiderio più forte… è proprio quello che non si può soddisfare subito.
Ma resta lì, sospeso.
Come uno sguardo che non si dimentica.
Come un messaggio che non si cancella.
E tu? Avresti avuto il coraggio di scrivermelo… se fossi stato un calciatore di Serie A?